Political Shaman Sisu

martedì, settembre 22, 2009

UN' ALTRA LUCE ACCESA NEL BUIO

Giacomo Montana

BAGNASCO: I POLITICI SIANO SOBRI "Occorre che chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della sobrieta', della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda". Con queste parole il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha espresso con fermezza il proprio parere in merito al contegno degli uomini politici. E' stata una osservazione corretta, ma pecca in un punto: quello che non solo gli uomini politici devono riprendere la strada maestra della sobrietà a braccetto con la disciplina e con l'onore, ma anche tutti quei funzionari della Pubblica Amministrazione che fingono di fare il proprio dovere bighellonando così alle spalle dei cittadini contribuenti. Anche questo è un livello di pertinenza etica. Troppe persone autorevoli spesso fingono di non sapere e così poi si arriva a puntare il dito contro i personaggi della politica: troppo poco e troppo male! Il Paese va guardato a 360° e non a 90° perché fa più comodo. Anche nel mondo della chiesa ogniqualvolta che vi si trovano dei pedofili in qualche parte del mondo non c'è nulla da esserne fieri, anzi c'è da vergognarsi. Quando c'è qualcuno che soffre e di cui viene abusato per mano criminale non si deve fingere di non sapere, perché cosi si alimenta la trasgressione delle regole del buon vivere civile che prima o poi pesa sulla collettività. I fatti svuotati di idee sono ciechi come le idee senza i fatti sono solo fumo. Può sembrare un atteggiamento utopistico il volere fare guardare nel mare delle contraddizioni sociali che, per la molteplicità dei suoi aspetti e per la complessità della sua problematica non sembra possibile entrare né solo con abiti talari, né tanto meno con altri ristretti. A mio modesto parere sono dell'avviso che qualsiasi argomento o giudizio delicato non debba essere monopolio dei dotti, ma dovrebbe essere affrontato con la collaborazione di tutti i cittadini. Questo lo si può fare facendo in mille maniere informazione sugli abusi che si vedono e facendo luce su coloro che si credono i più “furbi” a spese del popolo. Se guardiamo bene oggi i partiti in antagonismo non possono più riunirsi e restano largamente separati da una linea di demarcazione, guardandosi scambievolmente in uno stato di massimo eccitamento febbrile, di glaciale terrore di essere o passare in seconda fila o di rabbia ardente per avere perso le elezioni. Tutto questo per la gente non è un clima di vita ed è da qui che bisogna partire a fare luce, ordine e giustizia. Su questo il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha ragione ma ognuno deve fare la propria parte, togliersi la presunzione e l'arroganza, scendere nel mondo della semplicità e della chiarezza ed infine guardare gli altri come propri simili e non come fossero mucche da mungere o pecore da tosare e maltrattare. Sull'argomento si può riflettere anche sulla seguente poesia:

L'IPOCRISIA
I ricordi sfiorano la mente per mano a tanti dissapori
guardi quei criminali protetti e i loro vili orrori.
Fin troppi viaggiano nei vagoni dell’ipocrisia
un politico, un giudice, un prete o chicchessia.
La rete del crimine pesca un mare d’innocenti
osservi l’inerzia criminale di quei più potenti.
Giustizia, onestà e onore tranquillamente ignorate
in mezzo alle più squallide farse finanche pilotate.
Bagliori di distruzione e persino il grido di un bambino
non servono a nulla nel manipolato loro destino.
Da il più candido manto di stelle trapunto
Iddio vede gli stolti con gran disappunto.
Ci son anime che fremono al chiaror del mattino
illusione di tanta gente del più cupo destino.
Il tempo della lealtà è come neve al sole
in mezzo all’ipocrisie e a false parole.
Il sole già sorride al suo lungo cammino.
e c’è chi distrugge quello del cittadino.
(Giacomo Jim Montana)

Tanto per dare un piccolo esempio di assurdità incivili voglio informare sull'ultima che questa volta ho vissuto in prima persona e che è la seguente: ho provato ad iscrivermi al Centro Diurno Anziani di Tolmezzo (Udine) e da una dipendente del gruppo assistenti sociali della Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 di Tolmezzo (UD) mi è stato misteriosamente risposto di no. Questo fatto mi ha insospettito parecchio, anche perché essendo io un infermiere in pensione, credo che in qualsiasi altra parte del mondo in un centro anziani sarei stato ben accetto. Io non mi meraviglio tanto per l'impiegata della suddetta Azienda per i Servizi Sanitari, ma sono sconcertato che una persona così misteriosa e con un comportamento così riprovevole quanto inspiegabile sia pacificamente accettata da quei suoi diretti superiori che di tale comportamento sono stati informati. L'aiuto offerto da persone che operano a tutti i livelli di assistenza: parenti che accudiscono un proprio caro, infermieri, aiutanti e volontari non si dovrebbe rifiutare mai, ma come abbiamo visto a Tolmezzo nell'alto Friuli è viva e vegeta una paradossale eccezione. E questo è forse il tratto più sconvolgente, il vertice etico che viene meno alla tendenza di socializzare, offrire un sorriso in più a chi è persona sola per il fatto di essere anziana. Talvolta si vedono atteggiamenti di persone che fanno tornare alla mente la Carboneria. Difatti persino i settari di tale organizzazione, pur simpatizzando con essa, non conoscevano tutte le finalità né nel momento dell'adesione, né successivamente. Nessuno e per nessunissimo motivo potrebbe capire (oppure si?) che finalità possa avere un centro anziani, quando viene come detto rifiutata l'iscrizione ad un pensionato infermiere che all'occorrenza avrebbe persino potuto essere utile in qualche momento per qualcuno degli ospiti. Inserisco una poesia di Lady Lazarus che mi pare che infine rifletta anche l'animo morto di qualcuno che non aiuta chi ha più bisogno.

CASA DI RIPOSO

Chiuse in elitre nere, come scarabei,
fragili come una terracotta antica
che un respiro potrebbe sbriciolare,
le vecchie strisciano fuori
a crogiolarsi su questi sassi o a sedere
con la schiena contro il muro
nelle cui pietre resta un po’ di calore.
I ferri della calza sono becchi d’uccello
in contrappunto con le voci;
figli, figlie, figlie e figli,
lontani e freddi come fotografie,
nipoti che nessuno conosce.
L’età riduce la miglior stoffa nera
al rosso ruggine o al verde dei licheni.
Al richiamo del gufo i vecchi spettri
vengono a spingerle via dal prato.
Da letti stretti come bare
sotto la cuffia le signore sorridono.
E la Morte, calvo avvoltoio,
aspetta nelle sale dove lo stoppino
si accorcia a ogni respiro.
(Lady Lazarus)

Altro esempio da valutare della pubblica amministrazione lo si può trovare con cronaca documentata qui http://carniaeombre.splinder.com/

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