Political Shaman Sisu

giovedì, gennaio 22, 2009

IL MARTIRIO CHIAMATO MOBBING

Giacomo Montana


Una persona amica non è soltanto quella che si conosce, ma vi rientra a farne parte a pieno titolo anche chi parla a qualcuno direttamente dal cuore. Le parole veritiere di una persona amica sono un po' come fosse parte di un tesoro che non si può né vendere né acquistare perché fa parte dello scrigno della pura spontaneità e basta. Lo si può fare firmando una petizione, riguardante un caso umano o anche solo scrivendo in un libro degli ospiti di una vittima, come ho visto fare oggi in quello di mobbing sisu. La parola mobbing è stata messa in circolazione verosimilmente per alleggerire il peso della verità più agghiacciante, che è quella del martirio sia fisico che psicologico e mentale, inflitto ad una vittima innocente. Da quello che ho visto fare, mobbing significa martirio. Forse se si dicesse martirio, da parte dello stato sarebbe una più grave vergogna non intervenire, mentre se si parla di mobbing suona meglio e si può persino mascherare anche il crimine più barbaro e vile.
Da quello che ho visto fare alla signora Giovanna Nigris da alcuni dirigenti del suo posto di lavoro, mi sono convinto che le vittime di reati gravi, se non c'è nessuno che le aiuta e se portati alla disperazione vengono spinte persino al livello psicologico di poter attuare persino il suicidio, perché per anni danneggiate, derise, umiliate e con tutte le atroci conseguenze prodotte dei fatti criminali. Quello che c'è di peggiore del mobbing è il fatto che dei procedimenti giudiziari truccati distruggono ulteriormente la vittima di reato, anche con i sistemi micidiali che seguono:
a) facendo raggiungere la prescrizione dei reati ai delinquenti a forza di cavilli e di rinvii di udienza;
b) nascondendo parte delle prove delle lesioni colpose, sofferte dalla vittima, per giustificare e far passare falsamente come non colpevoli gli imputati. Chi percepisce uno stipendio dallo stato e al posto di difendere la vittima finge di farlo e poi di fatto difende i delinquenti con immeritate assoluzioni dai reati ascritti, meriterebbe quantomeno l'immediato licenziamento, altro che in certi casi farlo apparire giudice che rappresenta il popolo!
Lo so chi tira le fila del marcio è la sporca politica ed è da lì che bisogna partire con il togliere le mele marce e puzzolenti che distruggono lentamente la pacifica convivenza civile.
Quelli della tribù umana che comprendono queste cose e fanno finta di non sapere non fanno altro che aiutare il malcostume e i relativi malviventi, ovunque essi si trovino! Tanti Ponzio Pilato di oggi, guardano un torturato solo e poi dicono che un caso non fa notizia né merita attenzione e discussione. Questo è completamente falso, perché gente torturata col martirio del mobbing ce n'è un'infinità e se si parla di un caso per volta può essere anche un deterrente persino per combattere altri vili abusi.
Chi come me ha la sensibilità di parlare di queste vergogne lo fa in modo tale da stimolare a dare il meglio di noi stessi. La mancanza di sensibilità che mostrano coloro che sono informati dei fatti, non è altro che un riflesso della scarsa stima che hanno di sé stessi. L'incapacità di fare mettere in luce la verità, logora e distrugge lentamente la società, sino a farla divenire vittima di una roulette russa con altri nuovi torturati. L'incapacità di ammettere la verità a sé stessi distrugge il potenziale di pacifica convivenza esistente tra se stessi e gli altri.
Integrità e sensibilità nei confronti del Sé sono un tesoro che ci permette di far vedere parecchie realtà anche se vengono oscurate da qualche malintenzionato. Se abbiamo fiducia in ciò che di positivo noi sappiamo di essere, impariamo a capire che chi chiede aiuto non merita di essere abbandonato, emarginato e schernito, soltanto perché non si tratta di un gruppo ad essere stato rovinato, bensì di una singola persona ma merita di essere soccorso, protetto e infine salvato. Alle volte alla radio sento dire ai radioascoltatori che intervengono in trasmissione, questa testuale frase: “non parlate dei casi singoli”, personalmente non ritengo sia giusto impedire questo se si tratta di torture psico-fisiche.